Bruxelles promuove la ripresa dell’Italia e rivede al rialzo le stime della crescita: il Pil nel 2015 segnerà un +0, 9% e nel 2016 1,5%. Positive anche le previsioni dell’Istat sull’Italia
“La ripresa, avviata nel 2015, si rafforza nel 2016” grazie a “prezzi del petrolio bassi e domanda interna”, scrive Bruxelles. Migliorano le condizioni di credito e consumi, rischi da rallentamento domanda globale. Nella prima metà del 2015, l’economia italiana ha avviato la ripresa sostenuta da fattori esterni positivi come euro debole e prezzi del petrolio più bassi. Il pil nominale salirà di 0,9% nel 2015, visto che dicono recenti indicatori prospettano un’ulteriore espansione nella seconda metà dell’anno nonostante il rallentamento del commercio globale”, si legge nelle stime Ue. “Le condizioni del credito sono gradualmente migliorate come dimostra l’aumento degli stock delle famiglie e delle imprese manifatturiere negli ultimi mesi”, scrive Bruxelles. Inoltre, è scesa significativamente anche la contrazione del credito alle imprese di altri settori. Nel 2016, l’aumento del pil a 1,5% “sarà spinto dalla domanda interna”. E “bassa inflazione, crescita dell’occupazione e tagli alle tasse sosterranno i redditi aumentando così i consumi”. “Nonostante i crediti deteriorati restino un fardello per le banche, le condizioni del credito si normalizzeranno nel 2016, con la politica monetaria che resterà accomodante e il credito incanalato alle imprese più produttive”. Bruxelles vede però dei “rischi al ribasso” da un “rallentamento della domanda globale”
Soddisfatto il premier, Matteo Renzi: “Che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il governo, è un traguardo per l’Italia. Siamo tornati, finalmente – dice il presidente del consiglio su Facebook, commenta i dati Istat. “Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando”.
La Commissione Europea prevede per l’Italia ”due anni di crescita” e ”riconosce che nel Paese i conti sono sotto controllo”. E’ quanto afferma il ministero dell’Economia che sul proprio sito istituzionale fornisce una chiave di lettura dei dati previsionali diffusi dall’Unione Europea.