Dopo anni e anni di velocità, brevità e montaggi rapidi pare che in Europa il nuovo fenomeno siano le riprese infinite, dove succede poco o nulla, per favorire la riflessione
In questi giorni i telespettatori inglesi hanno la possibilità di vedere all’ interno dei break pubblicitari uno spot di quasi due minuti dove non accade assolutamente nulla. Acque increspate di un lago, onde che lambiscono una spiaggia, pioggia sulle foglie e uno splendido tramonto rosa sono le immagini che si succedono sullo schermo. Solo alla fine dello spot (ideato dai creativi dell’agenzia Dancing Aardvarks) si scopre che si tratta della pubblicità di Calm, un’app di supporto per pratiche di meditazione: l’applicazione ideata dalla Mind Candy, gli stessi di Moshi Monsters (sì, quel Moshi Monsters), contiene strumenti e suggerimenti per varie pratiche meditative e di riflessione. Da molti anni specialmente negli Stati Uniti il fenomeno delle pratiche contemplative e spirituali di meditazione sono fortemente collegate alla cultura digitale: dal 2009 a San Francisco si svolge Wisdom 2.0, una serie di convegni e workshop sulla possibilità di trovare un sano equilibrio tra tecnologia e il proprio sé spirituale attraverso soprattutto delle pratiche di mindfulness. Senza arrivare a questi livelli di sofisticazione e profondità, è interessante notare come questo “andamento lento e riflessivo” si stia diffondendo anche sui media più tradizionali come la tv.
Basti pensare al fenomeno della “Slow TV” che per primo ha affascinato la Norvegia con la trasmissione di un viaggio in treno di sette ore tra Oslo a Bergen. O una diretta lunga 134 ore del viaggio di una nave da crociera lungo la costa norvegese che ha visto sintonizzati due milioni e mezzo di spettatori, circa la metà della popolazione norvegese. In Inghilterra, BBC Four ha lanciato una serie di documentari dal titolo Goes Slow che raccontano un lungo, lento giro sul canale o una visita di tre ore alla National Gallery di Londra. Acton Smith, ceo di Mind Candy e ideatore di Calm e del suo spot ha spiegato: “Il mondo sta diventando un luogo sempre più rumoroso, e può capitare che un sussurro possa essere più efficace e comunicativo dei continui schiamazzi e urla che ci colpiscono quotidianamente. Nessuno ha mai realizzato uno spot come questo e ci auguriamo che gli spettatori possano godere di questo momento di calma in tv“.Dite che questa “tv lenta e quieta” rischia di prendere piede anche qui da noi? Michele Boroni (Wired)