A richiamarla in servizio permanente alla testa del gruppo è stato Lachlan Murdoch. Si sa che Rebekah Brooks è la «cocca» del vecchio Squalo, diagnosis il papà di Lachlan: l’ha difesa a spada tratta nei momenti peggiori dell’inchiesta e del processo sullo spionaggio dei tabloid e l’ha tenuta vicina, anche quando avrebbe potuto darle il momentaneo benservito. Più che una giornalista, più che una manager, più che una dipendente, più che una accomodante esecutrice l’ha sempre trattata come una figlia. Questa volta però Rupert Murdoch pare si sia limitato a un cenno di soddisfatta approvazione. La divisione britannica di News Corporation, sale che tiene in portafoglio il tabloid Sun, il «cugino» domenicale News of the World e il Times, naviga in acque pericolose. E Lachlan, che nella distribuzione del potere ai vertici dell’impero di famiglia ha la carica esecutiva di co-presidente al fianco di Rupert, ha deciso che la persona più adatta per provare a mettere un po’ di ordine nei conti e nelle strategie fosse proprio l’ex regina del pettegolezzo travolta dallo scandalo e arrestata ma poi assolta. E così da pochi giorni l’ha investita della nuova missione: progettare da direttrice generale la risalita dei giornali di scuderia, help specie nelle loro edizioni digitali che arrancano, visto che alla fine del 2014 segnavano una perdita complessiva di 67 milioni di sterline (92 milioni di euro). La chioma rossa della rampantissima Rebekah forse è meno splendente di una volta, quando nella sua casa di campagna ospitava i Blair, i Brown e Cameron, la politica britannica senza distinzioni di colori, con l’unico obiettivo di perorare la causa del suo adorato padrone. La penosa vicenda che l’ha avuta protagonista dal 2011 al 2014 le ha lasciato un marchio, anche se i giudici hanno stabilito che lei, pur essendo stata direttrice diNews of the World e del Sun nonché manager con mano libera e pesante, non era a conoscenza delle porcherie combinate dai reporter dei quotidiani. Nonostante la sua ammissione di avere corrotto i poliziotti per tacere, ne è uscita integra. Tanto da ricominciare una vita. La terza vita di Rebekah. La scalata e i trionfi, la rovinosa caduta, la resurrezione. Da ragazzina sognava il giornalismo. E con certe doti di coraggio, furbizia e scaltrezza accompagnate dalla vanità strabordante, dalla falsità e dalla sfacciataggine senza limiti ha centrato presto il bersaglio. Pur di sedersi in redazione ha sfoderato una laurea alla Sorbona che non c’era. E ha soprattutto sfoderato la sua passione per le sfide quasi impossibili: si travestì da donna delle pulizie per entrare nella sede del giornale concorrente e acchiapparne gli scoop. Una aspirante cronista di tale portata non poteva non affascinare le fantasie dei capi del Sun e di News of the World che era il domenicale del gruppo. Apprendista, segretaria. E via, uno scalino dietro l’altro: è diventata la più giovane direttrice di News of the World e la direttrice del Sun. La preferita di Rupert Murdoch, promossa addirittura numero uno di News Corporation nel Regno Unito. Una carriera arrembante. La sua casa di campagna nell’Oxfordshire era il circolo mondano più invidiato: politici, giornalisti, editori, poliziotti. E naturalmente Rupert Murdoch che lì tesseva trame televisive. Aveva il mondo ai suoi piedi, Rebekah. Fino a che, nel 2011, tutto le crollò addosso perché il sistema dei tabloid fu smascherato: spiavano chiunque, telefoni e computer, per avere i titoli di prima pagina. Sapeva o no che quelli erano i metodi del «giornalismo» popolare targato Murdoch? Dai salotti alla vergogna. E dalla vergogna alle dimissioni. Sempre rivendicando: «Io sono innocente». Cosa che non le evitò l’arresto e l’umiliazione. L’arroganza sparita, la diva al tappeto, la chioma rossa sfiorita, il volto segnato. Ma il grande protettore, lo Squalo, sempre a proteggerla. Si dica ogni cosa di Rupert Murdoch, non che gli mancano coerenza e riconoscenza. La «figlioccia» non lo ha tradito. E lui non l’ha tradita. Le ha sempre pagato lo stipendio, milioni di sterline, anche quando si era ritirata a fare la mamma, non immaginando di essere catapultata ancora nell’arena. Assolta e arruolata: era all’oscuro delle malefatte. L’ex capo della sicurezza di News Corporation, pure lui imputato, di recente ha commentato stizzito: «Una sentenza che grida vendetta». Comunque sia, i Murdoch l’hanno ricollocata nelle posizioni che contano. In questi anni, dopo lo scandalo, l’impero è cambiato. Il domenicale News of the World è stato chiuso. Il Sun che vendeva più di due milioni e mezzo di copie ne ha lasciate sul campo 800 mila. La versione on line a pagamento è quasi un fiasco mentre il concorrente Daily Mail vola alto. I bilanci sono negativi. Rebekah, la rampante, ha davanti a sé il compito più arduo. Una persona che è vicina allo Squalo ha spifferato al Financial Times: «Rupert vuole bene a Rebekah ma ama di più il Sun». Il salotto di campagna è chiuso. La signora Brooks deve pensare alla creatura malata, il tabloid che il suo padrone ha nel cuore. Guai se fallisce.
(IlCorrieredellaSera)