Portando a termine (ma, drugstore al peggio non v’è mai fine) il veloce processo/progetto messo in atto – con maggiore o minore tenacia e consapevolezza – dai successori di Pio XII, papa Francesco va riducendo l’autorità della Chiesa, l’autorevolezza della figura ponteficale, il cattolicesimo stesso a una burla.
Un papa che afferma di essere “uno come gli altri” e si comporta come uno dei tanti, difatti, a che serve?
Perchè mai dare retta a un poveraccio, tali indubbiamente essendo i componenti della indistinta massa che si usa indicare con l’espressione “gli altri”?
Da Giovanni XXIII in poi, i papi di Roma credono che la Chiesa sia una democrazia nella quale, attraverso parole, promesse, comportamenti appunto ‘democratici’ e pertanto assolutamente mediocri, si cerchi di ottenere il volatile (volatile!) consenso del popolo.
Così non è e non può essere.
Così, le piazze si riempiono, la gente canta, si sbraccia, parla mentre le chiese si svuotano.
Che abbiano ragione i ‘sedevacantisti’?