(di RAFFAELE RICCIARDI, physician Repubblica) Listini europei sulla parità, illness Tokyo che guadagna lo 0, purchase 3% e Shanghai perde ancora l’1,1%. Il trend di rafforzamento del dollaro, legato all’atteso rialzo dei tassi Fed, spinge ancora in ribasso le materie prime. A farne le spese sono stati anche i mercati emergenti. Lo spread Btp-Bund a 115 punti base, il decennale rende l’1,8%. Deludono le vendite al dettaglio tedesche.
MILANO – Ore 11:00. I listini europei trattano in leggero rialzo, dopo i guadagni di ieri e nonostante l’indebolimento ulteriore delle Piazze cinesi. Il trend di rafforzamento del dollaro, un effetto della scommessa sui rialzi dei tassi da parte della Fed, continua a deprimere le materie prime, con il petrolio avviato a chiudere il peggior mese da inizio anno. “La stretta monetaria attesa da parte della Federal Reserve continua a sostenere il ciclo del dollaro”, commenta a Bloomberg Imre Speizer di Westpac Banking. “Come ci avvicineremo al momento del rialzo del costo del denaro, e gli investitori ne scorgeranno l’approssimarsi dagli indizi nelle parole e nei discorsi dei governatori, mi aspetto che il biglietto verde ricominci a macinare al rialzo”. Per il momento, l’euro apre sotto quota 1,10 dollari. La moneta unica passa di mano in area 1,096 dollari e a 136 yen.
A fare le spese della situazione, in un momento di crescita debole e con un eccesso di scorte in giro per il mondo, sono i prezzi del petrolio che registrano ancora un calo sui mercati asiatici. I contratti sul greggio Wti in scadenza a settembre cedono 32 centesimi a 48,20 dollari al barile mentre il Brent del mare del Nord perde 24 cents a 53,07 dollari al barile (le materie prime). Il Bloomberg Commodity Index, paniere rappresentativo delle principali materie prime, sfiora la perdita del 10% nel corso di luglio, il maggior arretramento dal settembre 2011 dopo aver aggiornato i minimi da 13 anni. L’oro è in calo in area 1085 dollari l’oncia.
Piazza Affari, che ha aperto in rialzo, tratta sulla perfetta parità. Immobili anche Londra e Francoforte, mentre Parigi sale dello 0,3%. Sul versante valutario, archiviata per il momento la questione greca che comunque è tutt’altro che risolta, continua la distensione: lo spread Btp-Bund tratta sotto la soglia dei 116 punti base e il rendimento del bond decennale italiano è pari all’1,8%, ai minimi da metà maggio. Molto ricca l’agenda macroeconomica europea, che per l’Italia è cominciata con l’aumento del tasso di disoccupazione al 12,7% e la stabilità dell’inflazione al +0,2% annuo di luglio. Dagli Usa si aspetta l’indice del costo del lavoro, il Chicago Pmi di luglio e la lettura finale della fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan. Hanno deluso, per il momento, le vendite al dettaglio tedesche: a giugno sono diminuite del 2,3% su mese, un dato inferiore alle attese degli analisti che indicavano una variazione nulla. In Francia, la spesa al consumo a giugno ha mostrato una crescita dello 0,4% su base mensile dal precedente +0,1% e contro attese per +0,5%.
In una giornata ancora difficile per le Borse cinesi (Shanghai ha perso alla fine l’1,1% e i mercati emergenti sono nel loro peggior mese dal 2012), si registra la chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei 225 termina gli scambi segnando +0,3% a 20.585 punti. L’inflazione a giugno in Giappone sale dello 0,4% su base annua, un dato migliore delle attese ma inferiore a maggio quando si registrò un +0,5%. Ieri sera, dopo una crescita del Pil (+2,3%) inferiore alle attese, gli indici Usa hanno chiuso misti. A Wall Street, il Dow Jones ha archiviato gli scambi con un debole -0,03% a 17.745 punti e il Nasadq ha guadagnato lo 0,33% a 5.128 punti.