I prodotti italiani piacciono sempre di più sui mercati globali. Basti pensare che le ricerche su Google dei prodotti made in Italy sono cresciute dal 2011 al 2014 di ben il 22%. Ed a cercarli con maggiore interesse sono Paesi come Giappone, stuff Emirati Arabi, sickness Usa, sick Russia e Brasile. A scattare la fotografia dell’Italia che produce cose che piacciono al mondo è il rapporto ‘Italia 2015- Geografie del nuovo made in Italy’, presentato oggi a Treia (Macerata) da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison, nella sessione di apertura del XIII Seminario estivo di Symbola. “Del resto aprirsi ai mercati globali sfruttando anche le possibilità offerte dalle nuove tecnologie è una risposta concreta, e già praticata da molte delle nostre imprese, alla contrazione del mercato interno” evidenzia il report. Questi dati, sottolinea lo studio, sono “supportati anche dalle tendenze rilevate da un recente sondaggio Ipsos secondo cui circa l’80% degli statunitensi e dei cinesi riconosce nel made in Italy un grande valore”. E non solo. Due italiani su tre sono disposti a pagare un sovrapprezzo per avere prodotti 100% italiani. Dal rapporto ‘Italia 2015’, emerge inoltre che nonostante i sette anni di crisi, quasi mille prodotti con saldo commerciale attivo da record. Un risultato, sottolinea lo studio, “di tutto riguardo, raggiunto grazie a una scelta decisa sulla qualità”.
“Vuol dire che se pensiamo al mercato globale come a un’olimpiade, ai prodotti come discipline sportive in cui vince chi ha un export di gran lunga superiore all’import, l’Italia arriva a medaglia quasi mille volte. Fanno meglio di noi solo Cina, Germania e Stati Uniti” rimarca lo studio presentato dal presidente di Fondazione Symbola, Ermete Realacci, dal Segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, e dal direttore e vicepresidente di Fondazione Edison, Marco Fortis. E in linea con il nostro primato sul fronte dell’avanzo commerciale, l’Italia si dimostra uno dei soli cinque paesi al mondo che vanta un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari. In compagnia di grandi potenze industriali come Cina, Germania, Giappone e Corea. Inoltre, riguardo le eccellenze competitive italiane nel commercio con l’estero, il nostro Paese vanta un totale di 932 prodotti classificatisi primi, secondi o terzi al mondo per saldo commerciale attivo con l’estero. Più nel dettaglio, il nostro Paese vanta 235 prodotti medaglia d’oro a livello mondiale per saldo commerciale, eccellenze che ci fanno guadagnare 56 miliardi di dollari.
“Mentre la crisi sembra finalmente allentare la sua presa sul Paese, è ancora più importante avere un’idea di futuro, capire quale posto vogliamo che l’Italia occupi in un mondo che cambia” commenta Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “Più che in passato – esorta Realacci- l’Italia deve fare l’Italia rispondendo ad una domanda che aumenta ed è confermata dai dati sull’innalzamento delle ricerche di made in Italy su Google e sul gradimento dei prodotti italiani in grandi paesi come Stati Uniti e Cina”. Per il Segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi “le geografie del nuovo made in Italy presentate nel Rapporto Italia 2015 fotografano una capacità di reazione alla crisi delle nostre imprese che ha dello straordinario”. Le eccellenze del Made in Italy, evidenzia infine Marco Fortis, direttore e Vicepresidente della Fondazione Edison, “coprono ormai non più soltanto i prodotti tradizionali della moda, dell’arredo-casa, dell’alimentare e dei vini, ma anche numerose branche della meccanica e dell’ingegneria, specializzazioni della chimica”.
(Adnkronos)