I segnali di miglioramento dell’economia italiana emersi nel corso del 2014 e nei primi mesi del 2015 “sono presenti in tutte le aree del Paese, ma risultano piu’ frequenti al Nord, capsule in particolare in alcune regioni del Nord Est”. E’ quanto emerge dal rapporto di Banca d’Italia sull’economia delle regioni italiane del 2014.
“Nel 2014 la prolungata flessione del Pil si e’ arrestata al Centro Nord e si e’ attenuata nel Mezzogiorno” si legge nel rapporto. Secondi stime Prometeia, che Bankitalia ricorda, nel 2014 il prodotto avrebbe ristagnato nelle regioni centro-settentrionali, mentre sarebbe calato dell’1,9 per cento nel Mezzogiorno. Nel rapporto, “la flessione degli investimenti ha rappresentato il principale freno alla crescita in tutte le aree; essa e’ stata piu’ marcata nel Mezzogiorno”. I risultati dell’indagine della Banca d’Italia sulle imprese con almeno 20 addetti nell’industria in senso stretto e nei servizi privati non finanziari (Invind) segnalano che “il calo del 2014 sarebbe in gran parte attribuibile alle grandi imprese (500 addetti o piu’), che hanno ridotto gli investimenti in maniera piu’ intensa nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord; in tutte le aree, sono cresciuti gli investimenti delle imprese con meno di 200 addetti, che avevano drasticamente ridotto l’accumulazione nei tre anni precedenti”. Nei programmi delle imprese, nel 2015 gli investimenti crescerebbero in tutte le aree, piu’ intensamente nel Nord Ovest e al Centro, trainati dai piani di accumulazione delle imprese di maggiore dimensione. In base ai dati Prometeia, alla dinamica del prodotto del Centro Nord, interessato da un miglioramento piu’ pronunciato del clima di fiducia, “ha contribuito la timida ripresa dei consumi privati; questi hanno invece continuato a calare nelle regioni meridionali, sia pure a un ritmo piu’ contenuto rispetto al 2013. E’ aumentata in particolare la spesa destinata all’acquisto di beni durevoli”.
Bankitalia ricorda che secondo Findomestic, “la crescita e’ stata piu’ forte al Nord e al Centro rispetto al Mezzogiorno”. L’attivita’ economica continua a essere fortemente condizionata dalle debolezze del quadro regolatorio e dalla scarsa efficacia della Pubblica amministrazione. Quest’ultima nel Mezzogiorno fa registrare prestazioni in media peggiori rispetto al Centro Nord, “ma con una elevata eterogeneita’ all’interno delle stesse regioni meridionali”.
Secondo i dati Prometeia, nel 2014 la flessione del valore aggiunto nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni si e’ attenuata in tutte le aree, a eccezione del Centro; in entrambi i comparti, l’intensita’ del calo e’ stata maggiore nel Mezzogiorno. Nel settore dei servizi, il valore aggiunto e’ tornato a crescere nel Nord Est e al Centro, mentre e’ diminuito ancora nel Mezzogiorno, sebbene con minore intensita’ rispetto al 2013; nel Nord Ovest e’ proseguita la lieve crescita gia’ registrata l’anno precedente. Nel 2014 la produttivita’ del lavoro, misurata come rapporto fra valore aggiunto a prezzi base e unita’ standard di lavoro totali, si e’ ridotta in tutte le aree a eccezione del Nord Ovest. Il miglioramento del 2014 emerge anche dagli indicatori qualitativi sull’attivita’ produttiva: secondo i dati dell’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere dell’Istat, le valutazioni delle imprese sul livello della produzione e degli ordini sono migliorate in tutte le aree territoriali. I saldi dei giudizi relativi al primo trimestre del 2015, pur rimanendo negativi in tutte le aree, confermano la tendenza a un progressivo miglioramento.
Nel rapporto, si evidenzia che “dopo tre anni di contrazione, la domanda di finanziamenti e’ tornata a crescere nelle regioni centro-settentrionali ed e’ risultata stabile nel Mezzogiorno. Quelle finalizzate agli investimenti hanno ripreso a crescere al Nord, interrompendo la prolungata flessione; questa e’ proseguita nel Mezzogiorno, sebbene in attenuazione, e si e’ arrestata al Centro. Per la prima volta dalla fine del 2008 le condizioni di offerta si sono distese; per le banche grandi l’allentamento e’ stato di intensita’ analoga tra le aree del Paese; per gli intermediari di minore dimensione esso ha riguardato le regioni del Nord. Nel 2013 in base ai dati Cerved il leverage delle imprese si e’ ridotto, anche a causa del basso volume degli investimenti; il calo del grado di indebitamento e’ stato diffuso tra le aree geografiche e le regioni”. Secondo le stime di Prometeia ricordate da Bankitalia, al CentroNord i consumi delle famiglie sono stati l’unica componente della domanda interna che ha segnato un incremento, sostanzialmente in linea con la crescita del reddito disponibile in termini reali. Nel Mezzogiorno i consumi privati sono invece calati, ma meno del reddito disponibile, in connessione con una leggera flessione della propensione al risparmio. Nel 2014 sono emersi i primi segnali di ripresa delle compravendite immobiliari, sebbene sul mercato continuino a prevalere condizioni di debolezza. Le transazioni sono tornate ad aumentare in tutte le aree, in misura piu’ marcata al Centro. In tutte le aree del Paese si e’ attenuata la flessione dei prestiti per l’acquisto di abitazioni. Le erogazioni di nuovi mutui, in calo dal 2008, sono tornate a crescere, in misura piu’ intensa nel Mezzogiorno. Alla ripresa hanno contribuito sia l’allentamento, in tutte le macroaree, dei criteri di accesso ai finanziamenti, sia il miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare. Dopo circa un triennio di calo, le richieste di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni sono cresciute in tutte le aree del Paese, rafforzandosi nella seconda meta’ dell’anno. In media nel 2014 i tassi sui nuovi contratti di mutuo si sono ridotti di oltre quattro decimi di punto rispetto all’anno precedente; la flessione ha riguardato sia il costo dei finanziamenti a tasso fisso, che e’ calato maggiormente nel Mezzogiorno e nel Nord Ovest, sia quello dei mutui a tasso variabile, che si e’ ridotto di piu’ al Centro.(AGI) .