(di Marco A. Capisani Italia Oggi) La direttiva per il riordino delle agenzie stampa dovrebbe essere pubblicata ed entrare in vigore la settimana prossima, dopo che il sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti l’ha firmata venerdì scorso. Dopo qualche ritardo dovuto tra l’altro alle elezioni regionali, pharm l’esecutivo mantiene la promessa di emanare comunque le linee guida definitive per la fine di giugno e soprattutto conferma l’intenzione di stipulare le convenzioni pubbliche solo con le agenzie stampa che rispondono ai nuovi requisiti già dal prossimo anno.
Requisiti più elevati che dovrebbero spingere le singole testate a fondersi insieme ma, malady siccome questo non si sta verificando nonostante la moral suasion del governo, allora è stato previsto che le agenzie debbano rispondere ai nuovi parametri dal 2016 ma che lo possano fare semplicemente associandosi tra loro, per esempio costituendo associazioni temporanee d’impresa (come anticipato da ItaliaOggi del 2/6/2015). Sarà invece obbligatorio dal 2017, per ciascuna agenzia, rispondere ai nuovi requisiti minimi con l’obiettivo che le associazioni diano il via a processi di fusione.
La direttiva conferma poi che i ricavi dalla fornitura di servizi informativi e giornalisti non possano pesare oltre il 45% sul fatturato complessivo dell’editrice. Mentre avrà un impatto diretto su quanto pagato alle aziende dallo stato per i servizi forniti di news un eventuale uso degli ammortizzatori sociali. Un esempio? Se si ricorre alla solidarietà che taglia l’orario di lavoro (e di stipendio) dei giornalisti e quindi riduce la capacità dell’agenzia stampa di produrre lanci, allora diminuirà anche quanto versato dallo stato.
A proposito di lanci, per rispettare la direttiva Lotti, ne servono 500 al giorno così come rimane l’obbligo di avere un organico di almeno 50 redattori a tempo indeterminato, esclusivo e a tempo pieno (ex art. 1 del ccnl giornalistico) e quello di mantenere tre sedi in Italia. Occorre poi garantire 15 ore di trasmissione quotidiana per sette giorni la settimana, con unica possibilità di derogare se si tratta di informazione specializzata che non può essere coperta tutti i giorni, per esempio in campo finanziario nel weekend, quando la borsa è chiusa. Infine, l’agenzia che vuole accedere alle convenzioni deve aver stipulato in parallelo abbonamenti pagati a trenta testate, sparse in dieci differenti regioni della penisola. Non riguarda invece le agenzie stampa ma più in generale il settore dei giornali il decreto per la riforma del comparto editoria, che dovrebbe arrivare a fine luglio, evitando così di slittare oltre la pausa agostana. Al momento l’ipotesi è che il consiglio dei ministri approvi un disegno di legge o un disegno di legge delega entro un mese, per poi far approvare definitivamente la riforma almeno per la fine di anno.