Allarme della Bundesbank, buy mentre Tusk chiede più realismo e Juncker avverte: condivido chi sta perdendo pazienza
Resta alta la tensione sulla Grecia. E dopo la stangata dell’agenzia Standard & Poor’s, dopo il mini vertice notturno tra Merkel, Tsiprs e Hollande senza progressi, oggi le dichiarazioni dei leader non lasciano spazio all’ottimismo.
Weidmann, rischio fallimento cresce ogni giorno – “Il rischio di un fallimento della Grecia cresce di giorno in giorno”. Lo ha detto il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, parlando a Londra. I rischi di uno scenario del genere non sono contenibili meglio di quanto lo fossero in passato, “e dunque non andrebbero sottovalutati”.
Tusk ad Atene, basta azzardo, più realismo – “Ora ci servono decisioni non negoziati, il Governo greco deve essere più realista. Non c’è più spazio per il gioco d’azzardo, temo che qualcuno dica presto ‘game over'”: ora “il prossimo Eurogruppo è cruciale, di certo non abbiamo più tempo”. Così il presidente Ue Donald Tusk rispondendo a una domanda sulla Grecia.
Juncker, condivido chi sta perdendo pazienza – “La gente sta diventando impaziente. Io sono solo un essere umano e condivido la loro impazienza”. Lo dice Jean Claude Juncker a proposito degli sforzi per una soluzione in Grecia. Parlando in tedesco, aggiunge una metafora che dà l’idea di voler continuare : “Dobbiamo tirare la mucca fuori dal ghiaccio, ma si scivola molto. E noi stiamo ancora provando a spingere”.
Scure S&P cala su Grecia, mentre Tsipras cerca accordo – Non solo i creditori ma anche Standard&Poors mette pressione sulla Grecia, declassandola a CCC da CCC+, con outlook negativo, e avvertendola che senza un accordo farà default nel giro di 12 mesi. Ma anche con un accordo sarà salva solo per qualche mese, perché l’intesa “non coprirà gli obblighi sul debito al di là di settembre”. Intanto il nuovo mini-summit tra Merkel, Tsiprs e Hollande non fa progressi di sostanza ma ribadisce la necessità di accelerare. Toccherà a Juncker in giornata provare a convincere il greco che “l’ora della ricreazione per la Grecia è finita”, come ha detto il premier belga Charles Michel sintetizzando l’umore dei creditori. Dopo settimane di negoziati febbrili, ai massimi livelli, Atene ha presentato ancora una volta proposte inaccettabili per l’Ue, perché lontane da quello che lo stesso Tsipras aveva promesso negli incontri con Juncker. Juncker è stanco, dicono i suoi, ma la porta del negoziato resta sempre aperta. Anche perché qualcosa sembra muoversi: Atene sarebbe disposta a cedere sull’avanzo primario, purché in cambio i creditori aprano ad una soluzione sul debito. Ma la Merkel non retrocede dalla proposta delle istituzioni, smentendo voci di un suo ‘ammorbidimento’ circolate nel pomeriggio, sulle quali le Borse hanno rimbalzato e chiuso ampiamente in positivo. Intanto anche la Bce segnala di non voler mollare la Grecia e procede ad un maxi-rialzo di 2,3 miliardi di euro della liquidità d’emergenza (Ela) alle banche, dopo settimane di rialzi sempre nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. I creditori internazionali vogliono mettere Atene sotto pressione, ma non intendono abbandonarla ad un destino che certamente avrebbe delle ricadute pesanti per l’Eurozona. Per gli europei, l’ipotesi di un default resta esclusa: “L’obiettivo è tenere la Grecia nella zona euro. Se c’è volontà, la strada si trova, ma il tempo conta”, ha detto la cancelliera Merkel. Ma “la palla è chiaramente nel campo della Grecia”, spiega il portavoce di Juncker. E’ da Atene che ci si aspetta un segnale, dopo che le nuove proposte arrivate sono state giudicate ‘un passo indietro’. La Grecia prova a trattare, ed apre sull’obiettivo dell’avanzo primario. E’ disposta forse ad arrivare allo 0,85% (i creditori chiedono l’1%) per il 2015, purché in cambio riceva qualcosa. Fondamentale per Atene è che i creditori trovino una soluzione sul debito, per alleggerire gli oneri dello Stato altrimenti bloccato da vincoli di finanziamento insostenibili. E tiene sul tavolo la proposta di usare il fondo salva-Stati Esm per ricomprare il debito Bce che Atene deve ripagare tra luglio e agosto (oltre 3 miliardi). Ma per i creditori ogni discorso sul debito è ancora fuori discussione: “Un taglio del debito non è un tema”, ha ribadito il portavoce del ministro tedesco Wolfgang Schaeuble. Atene ha messo anche un’altra proposta sul tavolo: estendere il programma di aiuti fino a marzo 2016, ma i creditori continuano a lavorare ad una conclusione del piano il 30 giugno, sbloccando i circa 7 miliardi di aiuti rimasti solo se il Parlamento ellenico approverà le ‘azioni prioritarie’, cioè le misure necessarie per completare la quinta revisione del piano, ancora in sospeso.
(Ansa)