(di ANDREA GRECO, Repubblica) La banca tiene la barra degli utili grazie al contributo nel Centro-Est Europa e al miglioramento della qualità del credito. L’ad Ghizzoni: “Risultato decisamente positivo in un contesto che mostra segnali di ripresa. MILANO – Unicredit archivia il primo trimestre con un utile netto di 512 milioni di euro, in calo del 28, 1% rispetto allo stesso periodo del 2014, ma in crescita del 200% sul quarto trimestre dell’anno scorso (il titolo in Borsa). Il dato è quasi perfettamente allineato con la media delle stime degli analisti che convergevano su un profitti di 511 milioni tra gennaio e marzo. “Considero decisamente positivo il primo trimestre del 2015, in un contesto che mostra alcuni segnali di ripresa – ha detto l’ad della banca, Federico Ghizzoni -. La qualità del credito migliora e si conferma la nostra solidità patrimoniale. I profitti sono trainati da buoni risultati operativi nelle diverse aree ed attività della banca”. Secondo il banchiere, le attività del Centro Est Europa “confermano un contributore chiave ai risultati del gruppo nonostante il quadro macroeconomico difficile”.
La redditività sul capitale tangibile (indice Rote) è al 4,8%. I ricavi salgono a 5,7 miliardi (+2,6% su base trimestrale, +2,9% su base annua). I costi totali sono a quota 3,4 miliardi (-0,4% su base trimestrale, +0,2% su base annua), con un rapporto sui ricavi del 59%. Il patrimonio netto tangibile è in aumento a 45,6 miliardi (+4,1% sul trimestre) grazie ai nuovi utili e all’impatto positivo delle riserve di valutazione. La qualità dell’attivo è in miglioramento oltre le attese: le rettifiche su crediti sono state di 980 milioni, in calo del 42,2% su base trimestrale (+16,9% su base annua) e contro attese di mercato pari a 1,02 miliardi. I crediti deteriorati lordi sono calati a 83,2 miliardi (-1,4% su base trimestrale), anche grazie alla vendita in corso di Uccmb. Le sofferenze lorde sono in calo a 51,4 miliardi (-1,4%). Nelle attività italiane, a fine marzo 2015, il tasso di crescita annuale dei crediti deteriorati di Unicredit è stato circa la metà del tasso di crescita del sistema bancario italiano (campione Abi).
Nei primi tre mesi dell’anno il patrimonio primario Cet1 (contabilizzando le nuove regole di Basilea 3 con una transizione al 40%) si attesta a 10,50% includendo l’operazione di vendita di quote Pioneer nel risparmio gestito. Caricando tutto l’impatto delle future regole, invece, il Cet1 si attesta al 10,35%, in linea con il dato di fine 2014. Il requisito minimo di patrimonio fissato dalla Bce è il 9,5%. Il gruppo “alla luce dei risultati del primo trimestre, guarda con ottimismo all’evoluzione attesa per il 2015 proseguendo nell’implementazione delle iniziative previste dal piano industriale”.