Venerdì scorso i dati sul mercato americano hanno disatteso le attese. La Federal Reserve potrebbe quindi decidere di non ridurre la liquidità: il dollaro recupera sull’euro. Bene i listini europei, spread in calo
MILANO – Ore 12:15. Le Borse del Vecchio continente riaprono dopo la lunga sosta di Pasqua con l’attenzione rivolta agli indici Pmi sul settore servizi nell’Eurozona, oltre che in Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna (l’agenda): tutti hanno rilevato una crescita oltre quota 50 punti, la soglia che separa una fase di espansione da una di contrazione. Secondo Markit, l’Eurozona sta vivendo il miglior slancio alla crescita dal 2011, ma sul futuro del Vecchio continente incombe l’incognita Grecia.
A Palazzo Chigi, intanto, si riunisce il Consiglio dei Ministri per approvare il Documento di economia e finanza 2015 che aggiorna, tra l’altro, il quadro di finanza pubblica: il Def con le riforme promesse Bruxelles dovrebbe essere approvato entro venerdì. A livello di Eurozona si registra anche l’aumento, a febbraio, dei prezzi alla produzione industriale: sono cresciuti dello 0,5%, mentre nella Ue dsono cresciuti dello 0,6%. A gennaio erano scesi rispettivamente dell’1,1% e dell’1,3%. L’Ocse ha invece tracciato una crescita del Pil dell’area allo 0,5% nell’ultimo trimestre del 2014, in rallentamento rispetto al +0,6% del terzo periodo dell’anno scorso. Per l’Italia si conferma lo stop alla recessione: Pil fermo.
A sostenere la seduta delle Borse europee contribuisce anche la buona performance di Wall Street che ieri sera dopo un’iniziale sbandamento, ha chiuso in rialzo: è stato il primo giorno utile per reagire al rapporto sull’occupazione americana di marzo diffuso venerdì scorso, quando la Borsa era rimasta chiusa per la Pasqua. Il numero di posti di lavoro creati – 126.000 – è stato il più basso in 15 mesi e decisamente peggiore delle stime (248.000). Questo alimenta la tesi di chi crede che la Federal Reserve non abbia alcuna fretta di alzare i tassi di interesse: un rinvio della stretta monetaria garantirebbe alla Borse quella liquidità necessarie a proseguire gli acquisti, nella speranza che – nel frattempo – la ripresa acquisisca quel vigore che ancora manca.
L’ipotesi che la Fed rinvii ancora il rialzo del costo del denaro fa bene all’euro, che è reduce dal balzo registrato alla pubblicazione del job report americano. Oggi la divisa unica torna a trattare sotto 1,09 contro il dollaro: la moneta Ue è scambiata a 1,0857 dollari e a 130,2 yen. In questo contesto a Milano Piazza Affari avanza dell’1,2% a un soffio da quota 23.600 punti e ai massimi dall’autunno 2008. Bene anche gli altri mercati del Vecchio continente: Londra avanza dell’1,3% come Parigi, mentre Francoforte recupera l’1%. Cala anche lo spread: la differenza di rendimento tra i titoli decennali tedeschi ed italiani è in discesa a quota 105 punti base, mentre i Btp rendono l’1,25%.
Chiusura positiva, questa mattina, per la Borsa di Tokyo sostenuta da un piccolo ripiegamento dello yen e dalla buona tenuta di Wall Street. Al termine delle contrattazioni l’indice Nikkei dei titoli guida ha terminato in progresso dell’1,25% a 19.640,54 punti. Ieri sera a Wall Street, come anticipato, gli investitori hanno approfittato delle vendite in apertura per puntare sull’azionario permettendo al Dow di riportare in positivo il bilancio da inizio anno (+0,3% contro il +1,05% dell’s&p 500). In una giornata caratterizzata da volumi sottili, il Dow Jones è salito dello 0,7%, a quota 17.880,85 punti; l’S&P 500 ha aggiunto lo 0,7%, a quota 2.080,62; il Nasdaq composite ha guadagnato lo 0,6%, a quota 4.917,32.
Sul fronte delle materie prime il petrolio è in calo sul mercato after hour di New York dove i contratti sul greggio Wti con scadenza a maggio cedono 49 centesimi a 51,6 dollari al barile. Il Brent perde 72 centesimi a 57,4 dollari. Il prezzo dell’oro è in calo: il metallo prezioso con consegna immediata è scambiato a 1.197,25 dollari l’oncia con un calo dello 0,5%.