sildenafil Schaeuble ha perso le staffe” width=”297″ height=”190″ />La Federal Reserve ha ribadito che la sua politica resterà accomodante anche con il rialzo dei tassi, ambulance ma lo stallo tra Atene e l’Eurozona preccupa le Borse Ue: torna lo spettro default. Prosegue il quantitative easing della Bce: euro sotto quota 1,08 contro il dollaro e Btp ai minimi storici
(di GIULIANO BALESTRER,Repubblica)
MILANO – Ore 10:25. La Federal Reserve scaccia la paura dai mercati e Wall Street riprende la sua marcia. Nel Vecchio continente, invece, la riunione dell’Eurogruppo sulla crisi greca si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto e l’avvertimento di Bruxelles ad Atene: basta perdere tempo. Per il premier, Alexis Tsipras si apre un nuovo fronte interno con il pressing dei radicali: il Paese ha bisogno di recuperare 7 miliardi e senza gli immediati prestiti della Ue torna lo spettro del default. La trattative continuano la strada resta in salita.
I mercati, però, paiono aver archiviato – almeno per il momento – i timori relativi alla Grecia preferendo concentrarsi sulle parole in arrivo dagli Stati Uniti dove la Fed non esclude un rialzo dei tassi nel corso dell’anno, ma tranquilizza gli addetti ai lavori: “Anche quando inizierà la fase rialzista la nostra politica monetaria sarà accomodante”. Insomma la stretta è ancora lontana. E i dubbi degli addetti ai lavori si spostano al 17 e 18 marzo, quando la Banca centrale americana tornerà a riunirsi.
Dal punto di vista macroeconomico si registra a febbraio una crescita dell’inflazione in Cina (+1,4% su base annua) superiore alle attese (+1%). Batte le stime anche la produzione industriale in Francia: a gennaio l’indice della produzione industriale è cresciuto dello 0,4% su mese, superiore alle attese che stimavano un calo dello 0,4%. Lo rende noto Insee che ha rivisto al ribasso l’indice della produzione industriale di dicembre: +1,4% da 1,5%. Male i dati arrivati dall’Italia dove a gennaio il calo è stato dello 0,7% su dicembre (l’agenda).
A Milano Piazza Affari cede lo 0,2%, come Londra, Francoforte e Parigi. L’euro è in calo a 1,0751 dollari, nuovo minimo dal febbraio 2003. Con il ‘quantitative easing’ della Bce entrato in attività, le pressioni sulla moneta comune restano al ribasso, mentre proseguono gli acquisti sui titoli di Stato: i Btp rendono l’1,22% al nuovo minimo storico, superata la Spagna. Lo spread è stabile poco sotto quota 95 punti. D’altra parte gli acquisti di titoli di Stato riguardano l’intera Eurozona – ad esclusione della Grecia – quindi la distanza tra i vari paese rimane immutata. Attesa per la due giorni di aste Bot e Btp in agenda mercoledì e giovedì.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha azzerato i guadagni iniziali agganciati ai rialzi di Wall Street e ha invertito la rotta a metà seduta, fino a chiudere in calo dello 0,67%, ai minimi delle ultime due settimane. L’indice Nikkei ha quindi chiuso a quota 18.665,11 punti a causa della forte flessione dello yen, visto che il dollaro è salito a quota 122 sui massimi da luglio 2007, ampliando i timori per gli aumenti dei costi delle importazioni a carico delle imprese giapponesi.
Ieri sera Wall street ha chiuso in rialzo con gli investitori che hanno approfittato delle vendite di venerdì scorso per prendere posizione. Non è venuto meno il dibattito – riacceso con il solido rapporto sull’occupazione a febbraio – sulla tempistica con cui la Federal Reserve inizierà ad alzare i tassi di interesse. Ma il miglioramento dell’economia americana porta alcuni trader a essere meno preoccupati di una stretta monetaria che sembra certa per quest’anno. In assenza di spunti macroeconomici, gli investitori si sono concentrati sulle storie societarie. Il lancio dell’Apple watch non ha scaldato il titolo del suo produttore, che dopo essere scivolato in negativo ha chiuso in aumento dello 0,4% a 127,14 dollari. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones è salito dello 0,78%, l’S&P 500 ha aggiunto lo 0,39% e il Nasdaq lo 0,31%.
Sul fronte delle materie prime, il petrolio si stabilizza sopra quota 50 dollari a New York con i contratti sul greggio Wti con scadenza ad aprile in rialzo di 6 centesimi al barile sul mercato after hour. Scende invece il Brent a 58,47 dollari. Le quotazioni dell’oro sono in netto calo, sui minimi da dicembre: il lingotto con consegna immediata viene scambiato a 1.159,8 dollari l’oncia, sulle quotazioni incide l’ipotesi che la Federal reserve possa rialzare i tassi a giugno.