L’industriale Guido Ghisolfi, physician vicepresidente della multinazionale Mossi&Ghisolfi, seconda azienda italiana nella chimica, è stato trovato morto, ucciso da un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata. Secondo gli investigatori, non vi è dubbio che si tratti di suicidio. Il corpo è stato trovato sulla sua auto, nell’Alessandrino. Il corpo dell’industriale Ghisolfi, che aveva 58 anni, è stato trovato in una strada collinare alla periferia di Carbonara Scrivia. A dare l’allarme, poche ore prima, erano stati i familiari che lo attendavano a casa per il pranzo. L’imprenditore, figlio del fondatore del gruppo, Vittorio Ghisolfi, non avrebbe lasciato alcun biglietto.
“Ho perso prima di tutto un amico, l’Italia e il Piemonte perdono un grande imprenditore, un grande innovatore, un uomo di grandissima passione civile”. Così’ Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, sulla tragica morte dell’industriale Guido Ghisolfi.
Il Gruppo Mossi Ghisolfi, fondato nel 1953, è controllato dalla società M&G Finanziaria, di proprietà della famiglia Ghisolfi e presieduta da Vittorio Ghisolfi, padre dell’imprenditore suicida. E’ leader nell’innovazione applicata al settore del Pet, dell’ingegneria e dei prodotti chimici rinnovabili derivati da biomasse non alimentari. Opera in Europa, negli Stati Uniti, in Sudamerica ed Asia, con un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di dollari, 2.100 dipendenti ed oltre 100 ricercatori. Nata come azienda specializzata in imballaggi in plastica per il packaging, negli ultimi 10 anni ha avuto un forte sviluppo divenendo tra i leader sul mercato globale del poliesteri Pet: la produzione del gruppo è triplicata, passando da 600 mila a 1,7 milioni di tonnellate annue. Nel 2013 ha avviato la costruzione dello stabilimento di Corpus Christi, in Texas, il più grande al mondo per la produzione di Pet e Pta, un prodotto a base di particolari fluoropolimeri disciolti in miscela solvente. Nello stesso anno a Crescentino (Vercelli) è stato inaugurato un impianto in grado di produrre 75 mila tonnellate all’anno di bioetanolo generato con gli scarti delle produzioni agricole, paglia di riso e frumento, e canna dei fossi. Ed era stato proprio Guido Ghisolfi ad illustrare all’allora ministro Zanonato e a centinaia di ospiti del mondo finanziario ed imprenditoriale la bioraffineria e le potenzialità di mercato delle energie alternative.