(Italia Oggi) Cresce la fiducia degli italiani nei media. Secondo l’annuale Edelman Trust Barometer, nella Penisola l’indice che mostra quanto ci si fidi dei giornali e degli altri mezzi di comunicazione è passato dal 40% del 2014 al 48% di quest’anno, shop a fronte di un indice globale che invece è calato dal 53% al 51%.
Come si vede gli italiani sono ancora sotto la media, ma d’altronde non hanno mai brillato per fiducia per nessuna delle categorie considerate, eppure il 2015 sembra aprirsi con prospettive migliori.
Anche la fiducia nelle aziende è infatti crescita dell’8%, dal 45% al 53% contro una media mondo passata dal 59% al 57%, e sempre in aumento è la fiducia nel governo, dal 24% al 28%, seppure a livelli molto bassi (è il 48% nel mondo, contro il 45% precedente).
Tornando ai media, comunque, quelli tradizionali reggono ancora: l’indice di fiducia (realizzato nel mondo con interviste) era 54% lo scorso anno ed è del 57% quest’anno, mentre la crescita sostanziosa è sull’online, dove si è passati dal 50% al 61%. «Il trend è dovuto ad un graduale processo di accettazione da parte del pubblico», spiegano gli analisti di Edelman, «che è stato incoraggiato da fattori come il miglioramento della qualità di questo tipo di media, grazie agli investimenti da parte degli editori.
Inoltre le abitudini in Italia stanno cambiando, i consumatori si stanno spostando dai media tradizionali come la tv verso l’uso di Internet, la tecnologia mobile sta incoraggiando questo cambiamento».
I motori di ricerca sono stabili, ma hanno l’indice di fiducia più alto fra tutti: 69%. «I motori di ricerca vengono utilizzati per raccogliere e comparare informazioni da fonti diverse, così come opinioni di altre persone su un determinato argomento, oppure ancora per verificare le notizie».
La fiducia verso i social network come fonte di informazione ha subito invece una battuta d’arresto ed è ferma al 45%, dopo il 44% dello scorso anno, ma il 53% del 2013 e il 67% del 2012.
«Gli utenti», commenta Edelman, «condividono molte informazioni sui social ma non tutto ciò che è condiviso è affidabile e gli utenti i sono divenuti più consapevoli di questo». Infine i media di proprietà (ad esempio siti o blog aziendali) si mantengono stabili rispetto al 2014 (44%). «Per le aziende è comunque fondamentale integrare tutti i canali nella loro comunicazione ed essere rilevanti su ciascuno di essi. Come rilevato nel Trust Barometer 2012, i consumatori per giudicare credibile un’informazione devono essere esposti allo stesso messaggio da 3 a 5 volte».
Infine i creatori di contenuti: Italia c’è più scetticismo su chi crea contenuti sui social network, tutte le categorie hanno un livello di fiducia più basso rispetto alla media mondiale. Inoltre, solo gli amici e la famiglia in Italia rimangono nella categoria «fidati» con il 63%, tutti gli altri scivolano nella categoria «incerti o neutri», inclusi gli esperti accademici. Le aziende e i loro lavoratori sono percepiti anche loro «incerti o neutri», mentre la maggior parte dei creatori di contenuti tra cui giornalisti, dirigenti, vip e celebrità, ricevono percentuali basse che li collocano nella categoria «sfiduciati».