/(La Repubblica) Le rilevazioni di Markit su dicembre deludono e mostrano un’Europa in stagnazione. L’indice Pmi manifatturiero del Belpaese ai minimi da diciannove mesi e sotto la ‘soglia di sopravvivenza’. Preoccupa il calo degli ordini e dei livelli occupazionali. Non c’è stato alcun colpo di coda del manifatturiero europeo sul finale del 2014: i dati dell’istituto di ricerca Markit relativi al mese di dicembre dipingono ancora una situazione di stagnazione per l’Eurozona, buy con secche negative in Italia e Francia e una Germania troppo debole per trainare tutti gli altri.
“Ancora una volta – commenta Chris Williamson, capo economista di Markit – le imprese manifatturiere dell’Eurozona hanno segnalato una stagnazione dell’attività. La crisi in Ucraina ha incrementato l’incertezza economica. Se tutto va bene dovremmo osservare una crescita maggiore durante i prossimi mesi. I costi minori, collegati al crollo del prezzo del greggio, stanno aiutando e aumentano le speranze di stimoli politici più aggressivi da parte della Bce”.
Nel dettaglio dell’Italia, la contrazione è rappresentata da un indice Pmi manifatturiero a 48,4 punti, il punto più basso dal maggio del 2013. A dicembre, il Belpaese ha visto il terzo mese consecutivo di calo. Il problema è che i tassi di contrazione della produzione, dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali hanno accelerato. “Uno dei lati positivi dell’ultima indagine è rappresentato dalla crescita continua dei nuovi ordini dall’estero ad un livello che è stato in continua crescita mensile durante gli ultimi due anni, l’incremento di dicembre è stato elevato anche se è risultato leggermente inferiore rispetto a quello del mese precedente”, dice Markit. Negativo invece il commento dell’economista Phil Smith, che sottolinea come il calo degli ordini lasci presagire una nuova contrazione degli indici in futuro.