L’annuncio arrivato dal Cancelliere dello Scacchiere: “Il nostro messaggio è chiaro, no rx tasse basse ma pagate da tutti, non è giusto portare gli utili generati da noi all’estero”. Londra spera di recuperare un miliardo di euro in cinque anni
Nell’Eurozona se ne parla, si avanzano proposte, ma di atti concreti non se ne vedono. La Gran Bretagna, che si considera un membro della Ue a mezzo servizio, si è smarcata dagli altri paesi membri e ha deciso di agire. “Ci sarà una nuova tassa sul gli utili delle multinazionali realizzati nel Regno Unito ma che vengono dirottati con artifici all’estero”.
Lo ha annunciato il Cancelliere dello Scacchiere, l’equivalente del ministero delle Finanze del governo di Sua Maestà, George Osborne, nel suo discorso di autunno davanti al parlamento sui conti pubblici e lo stato dell’economia. Un annuncio che ha avuto un impatto notevole sui media, rimbalzando sui principali siti di informazione economico-politica di tutto il mondo, perché potrebbe aprire un precedente importante. Soprattutto in questo momento, con i tre principali paesi della Ue (Germania, Francia e Italia) che hanno appena chiesto alla commissione di Bruxelles, con un documento unitario, regole comuni e più severe nei confronti dei paesi che offrono facilitazioni fiscali.
La nuova imposta è stata definita “Google tax”, perché il colosso americano è una delle multinazionali che più ha approfittato della possibilità concessa da alcune legislazioni nazionali per pagare meno tasse possibnili nelle attività in Gran Bretagna, così ccome negli altri paesi della Ue. Già nel giugno scorso, il Public Accounts Committee, l’influente commissione interpartitica che controlla le finanze pubbliche, aveva chiesto alle autorità fiscali “un’ampia indagine” sul colosso internet, contestando le modalità con cui la società ha trasferito i suoi ricavi pubblicitari nella vicina Irlanda, dove gode di tasse molto ridotte.
Oltre all’indagine, è arrivata l’iniziativa legislativa. Per la precisione, Osborne ha dichiarato: “Oggi introduciamo una tassa al 25 per cento sugli utili generati dalle multinazionali con le attività realizzate nel Regno Unito e che fanno uscire dal paese con artifici”. Poi ha aggiunto: “Alcune delle maggiori imprese al mondo, in particolare nel settore tecnologico utilizzano strutture elaborate per non pagare le tasse. Non è giusto nè per le società britanniche nè per quelle estere. Il mio messaggio è coerente e chiaro: tasse basse, ma tasse che vanno pagate”. La nuova imposta dovrebbe permettere di raccogliere un miliardo di sterline (circa 1,26 miliardi di euro) in 5 anni. Osborne ha anche reso noto un cambiamento delle regole sulla tassazione bancaria, che dovrebbe far pagare agli istituti di credito quasi 4 miliardi di sterline in più in 5 anni.
Il problema riguarda tutti i paesi europei: sia nel 2011 che nel 2012 Google Italy ha pagato soltanto 1,8 milioni di tasse al Fisco italiano.
di LUCA PAGNI
La Repubblica