Il titolo Telecom Italia resta ingessato questa mattina a Piazza Affari (+0, pilule 06% a 0,852 euro) mentre continua a circolare l’ipotesi di una fusione tra Oi e Tim Brasil, soprattutto dopo che l’ad della rivale brasiliana ha rassegnato le dimissioni. Non è un segreto che Tim Brasil cerca di ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Paese tanto che ha incaricato la banca brasiliana Bradesco di valutare alternative stragiche, ma che questo “non costituisce mandato per valutare un’offerta per l’acquisto di Oi”.
Sembrano comunque aumentate le chance di un merger amichevole, magari carta contro carta, con Telecom Italia che in un’ipotetica combinazione a prezzi di mercato “dovrebbe controllare una quota lievemente inferiore al 50%”, affermano questa mattina in una nota gli analisti di Equita, secondo i quali un’eventuale business combination fra i due gruppi produrrebbe sinergie rilevanti e incrementerebbe significativamente il free cash flow dell’entità combinata.
Per contro, alla luce degli oltre 15 miliardi di euro di debito netto apportati da Oi, che ha un rapporto debito netto/ebitda di oltre 4 volte, gli analisti della sim calcolano che il debito netto di Telecom Italia, nella nuova ipotetica configurazione, si avvicinerebbe a 40 miliardi di euro con un rapporto debito netto/ebitda di circa 3 volte dalle 2,8 attuali.
Ma il risiko non riguarda solo il Brasile. Mentre ieri Mediobanca e Generali hanno ribadito l’intenzione di uscire da Telecom Italia e hanno escluso di volere costituire una sorta di Telco2 con Vivendi, il mercato guarda alle prossime mosse di Vodafone in Italia. Potrebbe acquisire Fastweb per 4-5 miliardi di euro. Swisscom, infatti, sarebbe disposta a vendere solo a multipli elevati.
Naturalmente un’eventuale aggregazione fra Vodafone e Fastweb sarebbe da un lato positiva per Telecom Italia, perché porterebbe a un consolidamento sul mercato italiano delle tlc, ma creerebbe un competitor più forte sulle offerte convergenti e sul segmento business. La valutazione elevata (8-9 volte il rapporto enterprise value/ebitda) è comunque vicina a recenti transazioni e conferma la rivalutazione delle attività nel fisso/broadband.
di Francesca Gerosa
Milano Finanza