GIORNALI & POLITICA PIERLUIGI MAGNASCHI A TUTTO CAMPO
CHE ANSIA ALL’ANSA…
L’agenzia più importante d’Italia deve avere mille occhi.
E non solo per i leader. Parola di direttore.
Intervista di Cesare Lanza
Nel mondo dell’informazione un giornalista aveva, doverosamente,l’obbligo di seguire con obiettività la campagna elettorale: il direttore dell’Ansa, l’agenzia più importante, madre ufficiale di quasi tutte le notizie che si riversano nelle redazioni di tutta Italia. Com’è andata?
La poltrona è occupata da un anno e mezzo da Pierluigi Magnaschi, 54 anni, un curriculum di risanatore e inventore di giornali, prima in coppia con Guglielmo Zucconi a “Tempo Illustrato”, “La Discussione” e “Il Giorno”, poi una medaglia al valore con “Mf” e “Italia Oggi”: “Quando con Paolo Panerai dichiarammo guerra al “Sole 24 Ore” assomigliavamo all’esercito di S. Marino in una eventuale sfida agli Stati Uniti. Ma dopo 10 anni avevamo la leadership nel settore finanza”.
– Magnaschi, dopo queste massacranti imprese, l’Ansa é una passeggiata?
“Magari! Mai avuto un incarico tanto impegnativo: specialmente sotto elezioni.”
– Esagerato.
“ Senta: l’Ansa è di proprietà di 27 editori e ne serve un centinaio. Non poteva limitarsi a seguire i due leaders politici, Rutelli e Berlusconi. Ai clienti va un’informazione politica completa, senza trascuratezze. Mi creda: se Mario Missiroli avesse lavorato con noi in questi ultimi due mesi non avrebbe detto che fare i giornalisti è sempre meglio che lavorare.
– Col bipolarismo, però, tutto si sarà semplificato.
“ Per carità! Il bipolarismo si è sbriciolato in cento formazioni, con capi e capetti, linee politiche, bizze, meeting. E l’Italia è lunga, i leaders politici girano come trottole. Alle loro calcagna a volte c’erano anche tre nostri giornalisti, che si davano il cambio. Con l’impegno di tutte le redazioni.”
– Per esempio?
“La redazione internazionale: 70 corrispondenti in tutto il mondo, i desk in inglese, spagnolo, tedesco. Mai una elezione politica italiana è stata seguita con tanta attenzione all’estero, neanche nel ‘48. L’Ansa ogni mattina ha riferito, per la prima volta nella sua storia, non solo i soliti commenti di Financial Times e Wall Street Journal, ma anche di tutte le grandi testate nelle capitali che contano, dal Giornale del Popolo di Pechino ad Al Ahram del Cairo e al Clarin di Buenos Aires.
– E in Italia?
“ Venti redazioni regionali mobilitate. Presidenti di regione come Formigoni o Bassolino (ma anche Ghigo di Torino, Galan di Venezia, Martini di Firenze, Chiaravallotti di Catanzaro, Errani di Bologna…) sono importanti più di un ministro, come i grandi sindaci: bisogna seguirne e capire mosse e strategie, spesso dissonanti dai partiti.”
– E la lotta tra Walter Veltroni e Antonio Tajani per il comune di Roma?
” Sono stati monitorati dalla redazione romana dell’Ansa, che li ha intercettati come se fosse una torre di controllo e non li ha mollati più. Una stressante sfida locale di assoluto significato nazionale.”
– Gli intrecci con l’economia?
“Dietro lo scontro politico, la ragnatela di interessi monitorizzati in Borsa. E poi Confindustria, CNA, Confcommercio, Coldiretti, Confedilizia, le organizzazioni sindacali. In ogni centro di potere d’obbligo un paio d’occhi dell’Ansa.”
– Con le trappole di spettacoli e tivu…
“Vero: oggi un Satyricon qualunque scuote il paese più di una commissione d’inchiesta, una “caz…ta” di Celentano acchiappa le prime pagine, i dibattiti da Bruno Vespa valgono di più di quelli alla Camera. Quindi, sempre occhiuti e presenti: di colpo può divampare una scazzottata tra la Belillo e la Mussolini.”
– Ansa sempre sul chi vive, dice lei. Ma anche qualche ruzzolone.
“ Non siamo vaccinati contro gli errori. Non ci siamo accorti del ministro De Mauro che piangeva, a Napoli, sull’ingratitudine degli insegnanti. In lacrime dopo cinque ore di dibattito noioso, il giornalista dell’Ansa era appena uscito per scrivere il pezzo. In compenso, l’Ansa non ha dato la notizia delle lacrime di De Mita per la spartizione dei seggi (per lui, iniqua) perché quelle lacrime non ci sono mai state.
– Scommetto che, a campagna finita, le fa male il collo, per la pressione dei politici.
“Le pressioni le suscita chi è disposto a farsi premere. Da noi vale il motto: “Quando ti ho assunto non ho voluto sapere quale fosse il tuo partito. Non vorrei apprenderlo dalla lettura dei tuoi articoli”. All’Ansa non si pubblica un’informazione senza averla prima verificata. I giornali pubblicano senza esitazione. Una querela persa, provocata da noi, produce una valanga di condanne. Oltre alla faccia, alla quale teniamo molto, si rischia anche il portafoglio, al quale non teniamo meno.”
– Nessun rimorso? Registrando montagne di dichiarazioni forse superflue non avete gonfiato il bla-bla politico?
“E’ più complicato. Non tutte le informazioni politiche date dall’Ansa vedono la luce sui giornali. Ma contribuiscono al dibattito politico di ogni giorno. I leaders d’ogni settore leggono e reagiscono subito, con repliche, correzioni di tiro, battibecchi… Un’opinione non registrata dall’Ansa resta nel limbo dell’inespresso, come se non fosse mai stata fatta. L’Ansa è una fleboclisi informativa di carattere istantaneo. Non solo in campo politico. I nostri nuovi clienti non sono solo i media ma aziende, enti, professionisti, società economiche.”
– Lei legge tutti, da un angolo neutro, super partes. Provi a comporre una Nazionale di giornalisti…
“ Come aiuto allenatore vorrei Noris Morano. La squadra? Paolo Mieli, Paolo Panerai, Ferruccio De Bortoli, Vittorio Zucconi, Vera Montanari, Aldo Forbice, Enrico Mentana, Bruno Vespa, Maria Luisa Agnese, Stefano Lorenzetto, Giovanni Valentini.
In panchina Claudio Mori, Patrizia Caglioni, Fabiana Giacomotti, Mattia Feltri.”
– Infine: Ansa forever? O una nuova direzione. Circolano voci, come si dice.
“Lasciamole circolare”.
Panorama 10-5-01