Vigilate, vigilate qualcosa resterà
Tg, satira, scontri politici in video: Mario Landolfi svela tutte le diatribe da risolvere in Rai. Chi boccia? Dandini, Santoro e Luttazzi. Chi promuove? Corrado Guzzanti, Fiorello e Vespa.
Intervista di Cesare Lanza su “Panorama”
Mario Landolfi, presidente della Vigilanza Rai, è al centro del chiasso e dei garbugli politici: da Lerner a Vespa, dall’Ottavo Nano a Satyricon, da Santoro ai telegiornali, la foresta televisiva trasmette un tam tam incessante di segnalazioni, proteste, provocazioni, strumentalizzazioni. E da oggi fino al voto, come sanno fare perfidamente i partiti alla vigilia delle elezioni, ogni argomento si incarognirà ulteriormente. Ogni giorno, un pizzico di veleno in più. Landolfi lo sa e cerca di muoversi con moderazione, quando è possibile anche ironia. «Meglio vigilare con buon senso: qui a San Macuto c’era l’Inquisizione, qui fu processato Galileo per la sua nota insistenza: eppur si muove…».
Accende il videoregistratore del suo studio. «Eppur si esagera… la severità è indispensabile. Guardi qui, un momento cult di recente televisione». Sullo schermo, due ragazze con un fallo di gomma applicato (per finzione) in bocca e nel didietro. Mimano l’atto sessuale e vari giochetti.
Che fa, presidente, vede anche i programmi porno?
Non l’ha riconosciuto? Non è pornografia. È Santoro, quel servizio di Sciuscià sulla prostituzione. Una buona idea-verità. Ma che bisogno c’era di immagini tanto crude?
Senta, lei rappresenta An. Non si fa influenzare?
Danneggerei per primo il mio partito. Sono schierato, ma esercito il mio mestiere con oggettività: su richiesta della lista Bonino siamo intervenuti sulla necessità di pluralismo, altrettanto farò per Di Pietro. Ascoltiamo le sollecitazioni di tutti, i cittadini innanzitutto: arrivano per telefono, lettere, fax. Mi fermano anche per strada.
Per strada?
Anche stamattina. Un vecchio signore mi ha bloccato, quasi minacciandomi col dito indice puntato, e mi ha detto: «Gli deve dare addosso, alla Rai, è una gran zozzona».
Addirittura?
Sì, ma nei cittadini sento vero amore per la Rai e voglia di qualità, a fronte del pagamento del canone. E poi ascoltiamo i parlamentari, i rappresentanti di tante categorie.
Rispetto alla gestione di Francesco Storace l’aggressività sembra scesa di livello.
Da Epurator a Depurator.
Cosa significa?
Epurator interviene sulle persone, Depurator sui programmi.
Ma la Vigilanza non sarà solo un rito? Scoppia un caso, voi intervenite e tutto resta come prima.
Interveniamo dopo: se intervenissimo prima, sarebbe censura. Ma non tutto resta uguale. Nel caso dei pedofili, il direttore del Tg1 si è dimesso.
A proposito, com’è finita con Gad Lerner, che denunciò che lei, con un bigliettino, gli aveva raccomandato una giornalista? Vi siete spiegati, visti? Lettere, telefonate?
Niente di niente. Niente da aggiungere. C’è un’azione giudiziaria in corso. Lunedi 12 sarà ascoltato dalla procura.
Un problema attuale per la Vigilanza?
La riesplosione della satira. Ci vuole par condicio. E mi creda: non sono un censore. Pensi che coincidenza: il mio collegio elettorale è Sessa Aurunca, il paese nativo di Lucilio, inventore della satira. Giusto che la satira prenda di mira la politica. Ma a 360 gradi.
Invece ci sono eccessi?
Basterebbe il buon senso. Quando Daniele Luttazzi dice che tutti i soti sono ladri, offende milioni di soti per bene, che hanno votato per un partito che è un pezzo di storia del Paese. Lo dico a titolo di esempio: non è giusto generalizzare, né con i soti, né verso chiunque altro.
Nelle audizioni chi sono i più bravi?
Roberto Zaccaria, un affabulatore brillante. E Carlo Freccero, irresistibile: uno show di riferimenti culturali. Con espressioni naïf tipo «cari ragazzi…». È quasi sempre malato, dice di avere la febbre a 38… Nel migliore dei casi, convalescente. Prima di ogni sua esibizione, ci diciamo: scommettiamo che anche stavolta ha qualche problemino di salute?
E il direttore generale Pier Luigi Celli?
Sembra che si annoi, non nasconde l’impazienza di sentirsi «costretto» a spiegare il suo lavoro di manager. Con l’aria di dire: ma come si fa a far capire a questi qui come funzionano le cose?
Un giudizio personale sui protagonisti della televisione controversa, quelli che regolarmente accendono battaglie ideologiche. Un esempio: Michele Santoro.
Bravo. Abilissimo. Ma portatore di un giornalismo a tesi. Cerca i fatti per dimostrare le opinioni.
Daniele Luttazzi?
Humour molto freddo. Qualcosa mi piace, nel complesso no. Come ho detto, si lascia andare a eccessi inammissibili per la tv di Stato.
La polemica su Padre Pio?
Se il bersaglio davvero era la commercializzazione di Padre Pio in tv e non il frate santo, alle spalle dei comici si dovevano mostrare alcuni televisori o altri simboli di marketing. Invece c’era una chiesa: un’offesa per milioni di cattolici.
Serena Dandini da bocciare, allora?
Non mi piace granché. Ma i Guzzanti non mi stancherei mai di vederli: mi piace molto, oltre a Corrado, anche Sabina. Adoro gli imitatori. Ero un fan di Alighiero Noschese e anche a me riescono bene alcune imitazioni.
Quali?
Alberto Sordi, Sandro Ciotti, Pino Rauti.
E accetterebbe di esibirsi in tv?
Mai. A casa con gli amici, sì.
Un esempio di tv brillante e gradevole.
Fiorello. Ascolti eccezionali senza trivialità. E fa bene tutto.
Un esempio da non copiare.
Quel pessimo Rido: doveva scoprire nuovi comici, un programma ad alto costo, addirittura interrotto.
Un modello corretto di tv?
Bruno Vespa: il Mulino Bianco della politica, porta in casa gli antichi sapori. È attaccato spesso, ma sinceramente non scorgo parzialità nei suoi programmi.
Un giudizio sui vertici Rai, lungo l’esperienza di sette anni di Vigilanza.
Claudio Dematté: dignitoso, aveva capito che stava per andarsene. Letizia Moratti: grande presidente, lanciò la Rai verso nuove strategie. Enzo Siciliano, il peggiore: brava persona, ma portatore di un progetto monocolore di sinistra.
Torniamo a Zaccaria…
Preparato. Scaltro, con un cognome che profuma di zolfo, esperto del settore. Siamo tifosi dell’Inter: io catastrofico, lui più ottimista. Simpatico anche il suo presenzialismo, degno di un programma. Chi non l’ha visto?
… e a Celli.
Ho forte simpatia per il personaggio. Però Celli applica due pesi e due misure: rapido nel bacchettare Vespa, più assolutorio in altri casi.
E il futuro? Come dovrebbe essere il nuovo cda?
Positivo l’ultimo criterio delle scelte: ottimi professionisti, con culture ed esperienze diverse. Basterà aggiornare i nuovi nomi al futuro quadro politico.