Eva Kant : la mia vita con Diabolik
di Cesare Lanza Capital
Tra tante che ne ho fatte, questa è stata l’intervista più intrigante della mia vita.
Al telefono, dopo mille difficoltà, ero finalmente riuscito a fissare l’appuntamento con Eva Kant in un delizioso albergo sul mare, a pochi chilometri da Deauville.
Lei mi ha chiesto, soavemente, se ci fosse bisogno di controllarmi, a scanso di rischi, dal momento della mia partenza da Roma fino al momento del mio rientro in Italia.
Io le ho risposto che nessun giornalista degno di questo nome, al momento di realizzare uno scoop, si mette d’accordo con le forze dell’ordine: questione di orgoglio e di ambizione, ancor prima che di segreto professionale. Mi è sembrata soddisfatta. Mi ha detto che mi avrebbe concesso una mezz’ora al massimo (poi, con mia soddisfazione, siamo rimasti a tu per tu quasi un’ora): “Mi farò riconoscere”, ha aggiunto con una risatina. Ne ho dedotto che, ovviamente, sarebbe arrivata all’appuntamento protetta da una delle sue famose maschere.
Ho preso un aereo per Parigi in prima mattinata, ho noleggiato una macchina, dopo due ore ero a Deauville, in tempo per l’aperitivo. Per tutto il tempo ho avuto l’impressione (certamente sbagliata) di essere pedinato, osservato. Sono entrato nell’albergo e mi sono diretto subito al bar, semideserto. Dopo un paio di minuti sono stato raggiunto da una signora alta e snella, scarpe sportive, occhiali scuri, capelli neri, un foulard intorno al viso, uno splendido smeraldo alla mano sinistra, un orologino di moda: era vestita casual, sotto un impermeabile colore verde marcio, pantaloni chiari, una camicetta a quadretti, un golf di cachemire blu notte. Età apparente, trent’anni.
Le ho proposto un “kir royal” e ha annuito con il capo. Ha guardato l’orologio e mi ha chiesto di cominciare subito l’intervista. Al telefono, mi ha ricordato con gentilezza, avevamo concordato trenta domande al massimo. Si è stupita che non avessi portato con me un registratore e mi ha pregato di riportare fedelmente le sue domande. La prima impressione? Una donna molto sicura di sé, consapevole del ca suo carisma, asciutta, elegante, concisa, fredda, ironica.
La prima domanda, naturalmente, è su di “lui”. Definisca, in cinque aggettivi, il “suo” Diabolik
“Duro, spietato, pragmatico, geniale. E … tremendamente dolce.”
Che cosa assicura stabilità al rapporto? La complicità?
“Anche. Ma soprattutto l’assoluta fiducia reciproca, fondata su una stima costruita negli anni e su un amore nato in un istante.”
La complicità è senza confini? Per l’uomo amato si può fare qualsiasi cosa? E dall’uomo amato si può pretendere qualsiasi cosa?
“ Rispondo per prima cosa all’ultima domanda… Quando si è ridotti a “pretendere” (o anche solo “chiedere”, in modo tale da pretendere), si è già posto un limite sia alla complicità che alla disponibilità.”
E’ mai stata veramente gelosa?
“ Sempre.”
Qualche volta ha tentato di ingelosire lui?
“Non lo ammetterò mai.”
Vuol ricordare l’emozione del primo incontro?
“E’ un ricordo che mi accompagna sempre, ogni giorno, ma naturalmente è più vivido quando temo di perderlo. E capita spesso: i pericoli, la paura dell’arresto e persino l’incubo della ghigliottina fanno parte del nostro quotidiano. Così ripenso a quella notte in cui me lo trovai davanti: una silhouette nera su cui risaltavano solo i suoi occhi di ghiaccio, impegnato nel furto del mio diamante rosa. Non ebbi il tempo di aver paura, di pensare al fatto che mi trovavo faccia a faccia con il più terribile e spietato criminale di tutti i tempi (così lo definivano i giornali)… Vidi solo un uomo dotato di un’aura, di un fascino irresistibile. E lo baciai.”
Pensi ai personaggi del mondo di oggi. Se ci fosse crisi tra lei e
Diabolik, qual è il personaggio maschile che potrebbe farla innamorare o
indurla in tentazione?
“Abbiamo avuto molte crisi, come è inevitabile in un lungo rapporto di coppia, ma non ho mai pensato di poter sostituire Diabolik con un altro. Tuttavia ho “sentito” (e non “subìto”) il fascino di altri uomini: ricordo uno scrittore solitario, un vecchio ladro sentimentale, un elegantissimo biscazziere. Credo che – volendo entrare nel “vostro” mondo per trovare un esempio – mi piacerebbe molto essere corteggiata da Sean Connery…”
– E quale personaggio femminile della società di oggi potrebbe farle paura? Di chi potrebbe innamorarsi Diabolik?
“Di tutte e di nessuna. Il suo comportamento è per definizione imprevedibile, e questo mi affascina e spaventa contemporaneamente. Certo, in base alla mia esperienza dovrei non temere l’intrusione di ragazzine spigliate o bellone appariscenti… Ma quando è capitato che tipi simili incrociassero la sua – la nostra – vita non mi sono comunque mai sentita tranquilla. Come dicevo, la gelosia fa parte del mio carattere. Mi innervosisce saperlo in giro con una bellissima sedicente maga (in realtà abile truffatrice, ma proprio per questo ancora più pericolosa: è successo un paio d’anni fa) come quando ascolta, rapito, le argomentazioni di Margherita Hack.”
Una trasgressione si può perdonare?
“ Tutto si “può” perdonare, in amore. Ma, sempre perché di amore si parla, il perdono non può essere dato per scontato o, peggio, dovuto.”
Le pesa la mancanza di un figlio?
“ No. O forse sì, in certi momenti. Ma è inutile rimpiangere l’impossibile, e con la vita che facciamo un figlio sarebbe un’assurdità, per lui prima che per noi. Se lei mi chiedesse: “le pesa la mancanza di una vita tranquilla?” le darei la stessa risposta.”
Qual è il segreto della sua eterna bellezza? Ricorrerebbe, in caso di necessità, alle cure del chirurgo estetico?
“La ringrazio per il complimento. Vede, nel mio caso, il tempo passa in modo diverso che per voi, e più che di un chirurgo, nel caso, avrei bisogno di un nuovo disegnatore…”
Ha paura di qualcosa? Ad esempio, che il suo autore, disegnatore e creatore possa decidere di colpo di imbruttirla, sostituirla, invecchiarla? O addirittura farla morire?
“No. Paura no. Fa parte dei tanti rischi della mia vita, e non è certo dei più grossi.”
Qual è stata l’avventura più emozionante con Diabolik?
“ Le avventure più emozionanti le ho vissute “senza” Diabolik, quando mi sono trovata ad agire da sola perché lui era ferito, prigioniero o addirittura davanti al patibolo. In quei casi ho fatto ricorso a tutte le mie risorse, sempre sostenuta dal bisogno di salvarlo, di averlo di nuovo al mio fianco.”
Anche i collezionisti più appassionati non sanno tutto di lei. Vogliamo riassumere? Età. Nata a… Altezza. Peso. Occhi. Misure. Numero del piede. Situazione familiare. Parenti, amici…
“In questi giorni è in edicola un episodio speciale, in cui si racconta tutto della mia vita: “Quando Diabolik non c’era”. Quanto alle mie misure, non sono una pin-up: ve le lascio immaginare.”
Il suo libro preferito.
“Un amore” di Dino Buzzati. Ma mi piace rubare i romanzi di Richard Stark dal “suo” comodino.”
Il film preferito.
“La Bella e la Bestia”
L’attore.
“Sean Connery: in “Entrapment”, specialmente.”
L’attrice preferita.
“Grace Kelly: in “Caccia al ladro”, specialmente.
Il pezzo di musica classica.
“Al chiaro di luna”, di Beethoven.”
La canzone.
“Un’idea”, di Giorgio Gaber.”
Se potesse concedersi finalmente una vacanza riposante… dove?
“Alle isole Comore… là non c’è niente da rubare…”
Il suo piatto preferito
“Frutta esotica fresca. Mangiata sul posto.”
La bevanda preferita.
“Latte di Gold Coconut.”
Che cosa, proprio, non le piace di Diabolik?
“L’assoluta sicurezza in se stesso… ma è anche la cosa che più mi affascina.”
Da un punto di vista erotico, che cosa la intriga di più, di Diabolik?
“Il suo sguardo. E le sue mani.”
Esiste un’etica del fuorilegge? Esistono confini che non si possono oltrepassare?
“Anche un “fuorilegge” – uso la sua definizione un po’ retro, e nel caso limitativa – non deve mai tradire se stesso. “
Che cosa pensa, sinceramente, dell’ispettore Ginko?
“E’ Il miglior avversario possibile.”
Meglio avere rimpianti o rimorsi?
“Bisogna avere gli uni e gli altri. Solo questo ci permette di costruire un futuro migliore.”
C’è qualcosa che non riesce a perdonarsi?
“Tutti i momenti in cui l’ho fatto soffrire.”
E’ possibile che lei e Diabolik, un giorno, torniate a una vita
regolare e, finalmente, decidiate di rispettare la legge?”
“Quale legge?”
Non mi resta che farle gli auguri per il suo anniversario. Queste domande, mi auguro, aiuteranno milioni di suoi fans e simpatizzanti a
scoprire qualcosa di più di lei. Ma mi consenta ancora due domandine,
mentre stappiamo lo champagne: a proposito, qual è il suo preferito?
“Quello bevuto con la persona giusta, nel posto giusto, nel momento giusto.”
C’è un desiderio da realizzare?
“Arrivare al nostro prossimo anniversario felici come ora.”
Mi dica lei, con cinque aggettivi al massimo, chi è e com’è veramente Eva Kant.
“Superstiziosa, insicura, gelosa, dubbiosa. E … tremendamente bugiarda.”
Ci siamo scambiati gli auguri, mi ha salutato con una forte stretta di mano e un sorriso seducente: l’ho seguita con gli occhi mentre saliva sulla Jaguar e poi si allontanava, velocemente. Anch’io sono ripartito subito per Parigi e dopo qualche ora ero a casa. Questa mia avventurosa giornata, così diversa dalle altre, dedicata a una intervista assolutamente fantastica, era finita.
Marzo 2003