INTERVISTA A MICHELE GUARDI’
di Cesare Lanza
Michele Guardì, dalle vacanze, annuncia il ritorno di Scommettiamo che…, a partire da novembre su Raiuno, giovedi sera in prima serata. Per il più popolare e discusso creatore di televisione nazionalpopolare questo programma è un “pallino” fisso, un cavallo di battaglia.
“Quando scoprii il format – apparteneva ad autori tedeschi – la Rai non voleva saperne di acquistarlo. Allora investii denaro mio…”
Quanto?
“Un centinaio di milioni. Ci credevo a occhi chiusi. E tenni il progetto nel cassetto per tre anni, aspettando il momento giusto. Poi lo lanciammo e il successo di audience fu straordinario, arrivammo a dieci milioni di telespettatori.
Eh sì, Scommettiamo che… mi ha dato tante soddisfazioni, ha avuto una mediqa di share dal 35 al 40%!”
Tra il Lotto alle otto e il ritorno di Scommettiamo che… non succederà, per caso, che Guardì si prenda il vizietto del gioco?
“Come lei sa benissimo, essendo un esperto di gioco, il problema è la misura.
Non perdere la testa, anzi cercare di usarla. Ma lo sa che l’altro giorno, a Budapest…?”
Ebbene?
“Ero in vacanza. Entro al casinò Las Vegas dell’hotel Hyatt e sono colpito da una croupierina orientale, carina, aggraziata, che lanciava la pallina sempre nel settore dello zero.”
Ha sfruttato la situazione?
“E come, no. Da dilettante, si capisce. Con l’aiuto di un amico che mi suggeriva i numeri vicini allo zero, perché io non li ricordo a memoria, ho cominciato a puntare quel settore. E vincevo. E non basta.”
Cos’è successo, ancora?
“C’era un gruppo di giapponesi un po’ chiassoso, che distraeva la ragazza-croupier. E se puntavano i giapponesi, non puntavo io. E la pallina finiva lontano dallo zero. Ma, se i giapponesi non puntavano, la croupierina tornava tranquilla, e la pallina (nel frattempo avevo fatto la mia puntatina) cadeva sullo zero o sui numeri vicini. Tac, tac: zero e vicini. Da non credere.”
In conclusione?
“Ho cominciato con dieci dollari e ne ho vinto mille.”
Complimenti!
“Grazie. Sono esperienze uniche.”
Scommettiamo che… invece rinnoverà il successo di una volta?
“Penso di sì. Vede, nella televisione popolare, una volta scoperto il format vincente, c’è anche il problema di adattarlo al Paese in cui si trasmette.
E comunque migliorarlo. Con qualche cambiamento, io testai Scommettiamo che… in Buona fortuna con Claudio Lippi. Funzionava e lo lanciammo alla grande.
E lo rivendetti ai tedeschi, e poi anche in Spagna, con i miei cambiamenti.”
E’ abituale adattare, cambiare i format?
“C’è una tradizione lunghissima. E chi ha fiuto, sfonda. Il Musichiere di Garinei e Giovannini arrivava da un americanissimo Conosci questo motivo? Ma il titolo Il Musichiere, da solo, era straordinario: valeva anche più del programma. I telespettatori più anziani probabilmente ricorderanno che Mario Riva, alla fine della corsetta dei partecipanti, insisteva sulla domanda-tormentone: Conosci questo motivo? Così come un altro grande programma popolare, Lascia o raddoppia di Mike Bongiorno, si ispirava, con gusto e tipici personaggi italiani, a un successo americano, Una domanda da cinquantamila dollari.”
Chi sarà il conduttore di Scommettiamo che…?
“Fabrizio Frizzi. E la vigilia mi sembra incoraggiante: abbiamo già ottenuto una valanga di richieste di partecipazioni.”
Altre novità estive?
“Arrossisco a dirlo. Due giornaliste romane, Tiziana Lupi e Lucia Macale, hanno
scritto un libro su di me. Con un paziente lavoro di ricerca e tante interviste, da Maurizio Costanzo ad amici d’infanzia in Sicilia… Un lavoro enorme. Uscirà a novembre.”
Titolo?
“Il Comitato, sai che fa?”
L’allusione – spieghiamo ai lettori – è al ritornello-guida dei suoi programmi: lei, in regia, fa sentire la sua voce… “Il Comitato, sai che fa?” “Manda la pubblicità”. Ma cos’è, un libro agiografico?
“Ma per carità. Nel libro ci sono tante cattiverie.”
Ad esempio?
“Enrico Vaime, intervistato, afferma che come autore non valgo nulla, non ho
identità; dice che chiunque potrebbe scrivere i testi al mio posto. Ora – penso io –
dì pure che le mie cose sono brutte e ti fanno schifo, ma come si fa a sostenere che non ho identità!?””
E nel libro queste critiche saranno pubblicate?
“Certo. Le due giornaliste hanno scritto un bel libro e Il Comitato è democratico e tollerante, accetta qualsiasi cattiveria, confida nella buona fede di tutti.”
Cesare Lanza (Il Giornale, agosto 1999)