La Ferillina
E’ la Sabrina segreta nascosta dietro il sex symbol conosciuto da tutti. Un’attrice soddisfatta, anche se ancora in attesa del copione adatto e del regista giusto. E una donna silenziosa, ombrosa,pensierosa. Ma positiva . Che in questa Intervista parigina rivela: Sono inespressa,incompiuta,inesplosa. Con dentro una verità che non dice
di Cesare Lanza
“Oh Ferillona, che piacere un incontro qui a Parigi! Con un desiderio da parte mia. Permette?…”
Mio caro! Permetto, prego.
“Non è la nostra prima intervista. E questa volta le propongo: lasciamo perdere sensualità ed erotismi, provocazioni e astute risposte, destinate con malizia alle moltitudini di ammiratori…”
Meraviglioso.
“Lasciamo perdere la Ferillona sex symbol (inter)nazionale. Mi lasci dare invece qualche sguardo alla Ferillina: voglio dire, a quella parte di personalità più nascosta, celata dentro di noi, che non sveliamo facilmente, e a volte mai.”
E come sarebbe, secondo lei, questa Ferillina?
“Sono convinto, semplicemente, che esista una Sabrina misteriosa: determinata a nascondersi, riservatissima, gelosa di sè.”
Continui.
“Una Sabrina diversa, che da un momento all’altro potrebbe esplodere, in modo inatteso. Anche artisticamente.”
Andiamo per ordine. L’abitudine a celarsi è diffusa. E in un attore, in un personaggio pubblico, è quasi indispensabile, per sopravvivere. Per quel che mi riguarda, ho stabilito un confine, tra ciò che può apparire e ciò che deve restare segreto.”
“Proviamo ad andare oltre…”
Non è facile e forse non sono pronta. Dietro la porta chiusa, ci sono complessi e timori: vale per tutti, non solo per me. Come vede, le sto rispondendo con serietà. E ho ammesso che esiste una Sabrina segreta. Quella che conosco solo io.
“Mi avvicino?”
Provi. Lei sa che non esistono domande scabrose, indiscrete: solo la risposte possono esserlo.”
“Partiamo da lontano. Cioè da ciò che vediamo e giudichiamo: il lavoro di attrice. Lei ha avuto un successo clamoroso. Le chiedo: è contenta? è appagata da ciò che fa? O ci sono dubbi?”
I dubbi ci sono sempre. E un’infinità di volte non mi sono piaciuti alcuni momenti dei miei film. Però, la ricerca del meglio è normale, in chi fa questo lavoro. E io ho avuto la fortuna di lavorare con grandi registi. Se il regista non è geniale, non è all’altezza, il rischio della ripetitività esiste. In agguato c’è la noia, quanto meno la perplessità.”
“Imbarazzo per i ruoli sexy?”
Ma no. Imbarazzo mai, se il progetto è accettato. Se mai un pizzico di noia, per la routine. Il sexy è la dimensione più facile, no?
“Pensa di aver tirato fuori, come attrice, ciò che ha dentro di sé? O c’è una profondità che non conosciamo?
Andando avanti, l’attore perde un po’ della potenza primitiva, l’energia animalesca… Ma acquista la capacità di dare colori nuovi, sfumature, emozioni. Oggi credo di saper dare cose più articolate, rispetto agli inizi. C’è stata un’evoluzione. Ma, certamente, c’è una Sabrina che deve ancora venir fuori. E verrà fuori nel momento magico dell’incontro col regista giusto e il copione adatto. Passo dopo passo. Grazie alle esperienze, ai successi, ma anche alla amarezze e alle delusioni. E all’invecchiamento… Un gran passo avanti sto facendo con questo film che giriamo a Parigi, sulla vita di Dalila, una donna – una femmina – straordinaria, ricca di passione e di impulsi complessi.
“Ha usato questa bella parola: evoluzione. Una parola che mi spinge verso la sua vita privata. Perché le ricordo una bella definizione su ciò che è una donna: un’evoluzione continua di pensieri, stati d’animo, impulsi… Impossibile fermare una donna. Quando pensiamo di averla fermata, lei è già avanti, oltre. Si riconosce in questa definizione?”
Bella. Penso che sia anche un fatto fisiologico. Una donna, una femmina cresce e
matura prima di un maschio. può fare figli, partorisce, è moglie, amica, amante in modo sempre diverso. Sì, mi riconosco.
“Come parlerebbe di sé, conoscendo Sabrina, la Ferillina voglio dire, non la Ferillona che è nell’immaginazione e nella conoscenza di tutti?”
La Ferillina che si nasconde? Dentro di sé è silenziosa, ombrosa, pensierosa. Profonda, ma in senso positivo… perché a volte la profondità è violenta. E ha leggerezza, è lieve la Ferillina, e anche questo ha un significato positivo.”
“Mi spieghi.”
La parola profondità fa paura. Pensi alla cultura… Non necessariamente chi è colto è più profondo di altri, la cultura di per sé non ha alcun valore, se non è applicata a ciò che accade, alla comprensione di ciò che accade. Un contadino, con una sola battuta, può essere più profondo, saggio, sereno, tollerante e intuitivo dell’uomo più colto del mondo, se distratto dalla realtà. E il traguardo di tutti è vivere con serenità, senza nascondersi la realtà.”
“Eccoci al punto. Lei è soddisfatta di sè? Ad esempio, del suo ruolo di sex symbol?
E perché dovrei dispiacermi? Sarei deficiente, se lo fossi… Ci sono segmenti nella
personalità di tutti, e questo è un aspetto della mia. Poi c’è altro…”
“Non fugga, allora: cos’è, ciò che chiama altro?”
Importante, per me, è la consapevolezza di essere fortunata. Non per il successo
che ho avuto, ma per essere nata in una famiglia integra, positiva, capace di dare affidabilità e stabilità. Da lì è venuto il successo, ma se non avessi avuto successo come attrice, sarei stata ugualmente una persona fortunata e felice perché sono nata e cresciuta in una famiglia importante, per genuinità e semplicità.
“Mi dia un’indicazione precisa.”
Penso al valore, all’intelligenza di mio padre. Un esempio? Quando eravamo nell’età
dell’amore, io e i miei fratelli, la nostra casa di Fiano Romano sembrava un porto di mare: fidanzati e fidanzatine entravano e uscivano, un viavai tipico dell’adolescenza, e la nostra casa era accogliente, liberale… Allora mio padre pensò che fosse arrivato il momento di una puntualizzazione e un giorno, a tavola, solennemente, parlò in maniera concisa…
“Cosa disse?”
Disse: portatemi in casa chi volete, neri, bianchi, gialli, indiani, africani, musulmani,
cristiani… Però vi do un consiglio: diffidate di chi non legge almeno un giornale al giorno. Non è una cosa semplice, bellissima? Un valore di riferimento? E la Ferillina è cresciuta così: guai, anche qui a Parigi, lontano da casa, se non ho al mattino presto il mio pacco di giornali da leggere e sfogliare. Capriccio di diva? Ho detto chiaro: fatemi avere almeno sei quotidiani al mattino, se no non vengo sul set.
“Torniamo al traguardo della serenità…”
A me piacerebbe che si capisse questo, che un personaggio di fama e successo ha
problemi uguali agli altri. Parliamo dei calciatori e non degli attori, così spersonalizziamo. Dice: hanno i soldi, popolarità, una vita facile… Ma chi l’ha detto? Che te ne fai dei soldi e della popolarità, se tua moglie ti sta facendo le corna, se hai un figlio con un problema, se il padre ti sta morendo… Come potrebbe giocare e fare gol e vivere, serenamente?
“Cosa fa la Ferillina, per vivere serenamente?
Ama la gente, la studia, la vive… La Ferillina ha un senso pagano della vita, ha
curiosità, sta bene sul marciapiede, nella piazza, a contatto con la gente che è stata meno fortunata e comunque, molto spesso, è gente saggia e allegra, di buon senso, forse più felice, capace di accontentarsi.
“Ferillona e Ferillina, mi rivolgo a tutte e due: nonostante ciò che lei dice, con la sua grande abituale capacità di coinvolgimento, io sento dentro di lei un’ombra di malinconia.”
C’è. E’ vero.
“E forse lei stessa non lo sa, forse ha paura di guardare dentro, come tutti. Per la paura di affrontare una rivoluzione.”
No, questo no: nessuna paura. Credo di conoscermi bene. E non penso che ci siano
rivoluzioni probabili, neanche possibili o comunque imminenti. C’è la continua curiosità, c’è l’evoluzione come abbiamo detto, c’è un sentimento di incompiutezza, di inadeguatezza di fronte ai grandi problemi del mondo… E poi ci sono, come per chiunque, le piccole delusioni della routine.
“Un esempio.”
Ho detto che mi sarebbe piaciuto interpretare personaggi maschili: Gramsci,
Garibaldi… Bene: qual è il problema? Dove sta la stranezza? Eppure è nato un putiferio, c’è stata un’indecorosa strumentalizzazione politica, legata alle mie idee, che non ho mai nascosto… Sciocchezze, lei dirà.”
Sì.
“Però, sono proprio queste sciocchezze che spingono a nascondersi, a eludere…”
In tutta la nostra conversazione, le ho chiesto di non eludere nulla, Ferillina.
“E io ho ammesso che Sabrina è incompiuta, inespressa, inesplosa. Con una verità che non dice.”
Può, un giornalista, accontentarsi di sapere, e basta, che esiste una verità non detta?
“Lei deve accontentarsi e io ho il diritto di nascondermi. Oh! Nessuno pensi che “dentro” di me si scoprirebbe chissacosa… C’è una sensazione dei sacrifici che faccio, come tutti peraltro, e delle scelte e delle rinunce, come tutti peraltro: il rebus è sempre quello. Ciò che è, rispetto a ciò che poteva essere. E io ho il privilegio di poter considerarmi fortunata.”
Dentro di lei ci sono sogni, fantasie che non si possono dire?
“Nessuno affronta il giudizio altrui esponendo, senza veli, sogni e fantasie.”
Ma com’è Sabrina, in una parola sola?
“Sabrina? E’ mistero.”
Adesso è tornata Ferillona: gioca e si compiace.
“Inevitabile, no?”
“Ma c’è qualcosa, che piacerebbe molto, veramente molto, a questa Ferillina che gioca a nascondino?
Certo.
“Mi dica, almeno, questo.”
Come dire? Nonostante la fortuna e i privilegi, insomma: mi piacerebbe godermi di più la vita.”
cesare@lamescolanza.com
Capital agosto 2004